Prestiti vitalizi, un mercato da 50 miliardi annui nel 2030

Prestiti vitalizi, un mercato da 50 miliardi annui nel 2030

 

 

Secondo uno studio di Epparg ed EY, il mercato dell’equity release immobiliare (mutuo inverso), rappresentato sostanzialmente dai prestiti vitalizi, dovrebbe triplicare entro i prossimi 10 anni. Al momento, però, si tratta ancora di un settore di nicchia

 

I prestiti vitalizi

Nei prossimi 10 anni, il mercato globale dell’equity release immobiliare (letteralmente “mutuo inverso”) dovrebbe triplicare. Entro il 2031, infatti, si stima che questo mercato, rappresentato sostanzialmente dai prestiti vitalizi e dalla vendita della nuda proprietà, supererà i 50 miliardi di dollari annui, rispetto ai 15 miliardi attuali.

Lo si apprende all’interno del sondaggio Global equity release roundtable 2020 realizzato dall’European pensions and property asset release group (Epparg) insieme a EY, dal quale emerge che il tipo più comune di equity release è il prestito vitalizio e che i prodotti in oggetto sono generalmente disponibili per i clienti di età compresa tra 55 o 60 anni, con un mix di tassi fissi e variabili.

Il prestito vitalizio ipotecario è un l’istituto interessante per i soggetti ultrasessantenni, i cosiddetti house rich cash poor, ovvero da un lato proprietari di immobili, ma dall’altro bisognosi di liquidità, i quali – proprio in ragione dell’età – difficilmente riuscirebbero ad accedere a forme di finanziamento tradizionali.
Peraltro, a differenza della vendita della nuda proprietà dell’immobile, tale prestito vitalizio consente al finanziato di mantenere la piena proprietà del bene per tutta la durata della propria vita, rinviando agli eredi la scelta su come estinguere il finanziamento (tramite versamento del dovuto, o piuttosto con il ricavato della vendita in proprio dell’immobile entro un anno dalla morte del finanziato).

 

 

C’è poca consapevolezza

Al momento, però, si tratta ancora di prodotti di nicchia. “La mancanza di consapevolezza dei clienti è citata come il principale ostacolo alla crescita, seguita da finanziamenti insufficienti, in particolare nei mercati europei”, si legge nel report, che illustra che le fonti più comuni di finanziamento per i prestiti vitalizi sono banche e compagnie di assicurazione, nonché le cartolarizzazioni.

Ben Grainger, Uk investment advisory co-lead di EY, ha dichiarato che “c‘è un circolo virtuoso da innescare per favorire la crescita, ma man mano che gli investitori riconoscono sempre più il potenziale di questo mercato e la crescita emerge, le attuali difficoltà si ridurranno rapidamente”.

Dal canto suo, Steve Kyle, segretario generale dell’Epparg, ha aggiunto che “sarà fondamentale far crescere il mercato globale in sicurezza, lavorando in stretta collaborazione con le autorità di regolamentazione e i governi, per dimostrare che l’equity release immobiliare è un’opzione finanziaria sicura per i proprietari di case anziane che cercano di integrare il proprio reddito”.

Una cosa è certa: “L’invecchiamento della popolazione è un chiaro megatrend e la componente finanziaria è un elemento chiave per affrontare questo cambiamento a livello individuale e collettivo”, ha commentato Claudio Pacella, amministratore delegato di 65Plus e membro del Board Epparg, che poi ha aggiunto che “i prestiti vitalizi sono una delle più importanti risposte a queste crescenti esigenze, all’estero come in Italia” e che “il nostro paese ha ormai 14 anni di track record positivo, anche in termini reputazionali, e sono ormai maturi i tempi per il definitivo sviluppo”.

 

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We-Wealth
Stefania Pescarmona