Spese universitarie: è possibile portarle in detrazione
Le spese universitarie per la frequenza di corsi d’istruzione presso le università statali, e non, sono detraibili dall’Irpef
Spese universitarie: è possibile ridurre i costi?
In un momento storico caratterizzato da un’inflazione galoppante e dalla perdita di potere d’acquisto, la decisione di continuare gli studi ad esempio iscrivendosi a corsi universitari (in Italia o all’estero) può diventare, per una famiglia, una scelta rilevante sul piano economico.
Tra l’altro, l’Italia, a differenza, ad esempio, di Danimarca, Grecia, Finlandia, Svezia, ricopre i primi posti nella classifica delle spese universitarie nei Paesi europei con le tasse di immatricolazione più alte; come emerge dall’ultima versione disponibile del report National Student Fee and Support Systems in European Higher Education 2020/21.
Tuttavia il nostro ordinamento, per alleggerire il peso delle famiglie chiamate a sostenere gli studi di uno o più figli (o di altri familiari a carico), riconosce la possibilità di detrarre dal reddito Irpef una serie di spese universitarie in relazione a un elenco specifico di corsi universitari.
Quali corsi è possibile scaricare?
Per garantire un’applicazione allargata di questa agevolazione, la concezione di corso universitario è ampia. In questo senso, rientrano nel novero di corsi universitari, ad esempio:
- corsi di laurea ordinari (triennale, specialistica o magistrale)
- corsi di specializzazione
- corsi di perfezionamento
- master post-laurea
- dottorati di ricerca
- corsi istituiti presso i Conservatori di Musica se equiparati a corsi di formazione universitaria.
Le voci di spesa ammesse in detrazione sono le tasse sostenute per l’immatricolazione o iscrizione dello studente al corso universitario; gli esborsi per la partecipazione ai test di ingresso; le soprattasse per gli esami di profitto e laurea; le spese per la frequenza di tirocini formativi attivi (per la formazione iniziale dei docenti).
È possibile, inoltre, nel limite totale di 2.633 euro, portare in detrazione il canone di locazione per gli studenti fuori sede.
Quanto è possibile portare in detrazione?
È consentita la detrazione delle spese nella misura del 19% sull’ammontare sostenuto, laddove l’università è statale.
Invece, nel caso di iscrizione a un’università non statale, l’importo ammesso alla detrazione non deve essere superiore, come chiarito dall’Agenzia delle entrate, a quello stabilito annualmente per ciascuna facoltà universitaria con decreto del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
In fase di dichiarazione, se la spesa è sostenuta a favore di un familiare a carico, occorre indicare il codice fiscale del familiare nel cui interesse è stato effettuato l’esborso.
Dovrà altresì essere indicata la tipologia di voce (spesa o rimborso), la tipologia di università (statale o non statale), la denominazione dell’università, la spesa universitaria e la percentuale di sostenimento a favore del familiare a carico.
Se vuoi aggiornamenti o maggiori informazioni sull’argomento ed altri temi correlati, contatta i nostri mediatori creditizi lasciando un messaggio attraverso la form di contatto che trovi qui.
WeWealth
Nicola Dimitri