Calcolare la pensione dal 2023: quali fattori influenzano l’importo finale?
Calcolare la pensione o almeno provarci è uno dei topic più ricercati online, visto che molti italiani incontrano enormi difficoltà nel raggiungere il traguardo della pensione, che sembra essere sempre più lontano a causa delle continue riforme
Calcolare la pensione
Calcolare l’età pensionabile e il reddito della pensione è diventato un compito complicato. Per poterla calcolare in modo accurato è fondamentale comprendere la differenza tra il sistema contributivo e il sistema retributivo. Questi regimi pensionistici non solo influenzano l’importo dell’assegno mensile, ma anche l’età pensionabile.
Nel sistema contributivo, l’assegno mensile viene calcolato in base ai contributi effettivamente versati dal lavoratore durante la sua vita lavorativa. Il “montante contributivo” accumulato viene convertito in rendita in base all’età del pensionamento e alle aspettative di vita.
Nel sistema retributivo, invece, l’assegno mensile è calcolato sulla base delle ultime retribuzioni percepite dal lavoratore. Questo sistema è generalmente più vantaggioso per il pensionato.
Le conseguenze delle riforme
Il sistema pensionistico italiano ha subito diversi cambiamenti nel corso degli anni. Fino al 1995, il sistema vigente era quello retributivo, ma a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita, divenne troppo costoso per le casse dello Stato. Fu così introdotto un sistema misto mediante la Riforma Dini.
Tuttavia, anche questo sistema venne considerato eccessivamente oneroso e nel 2011, attraverso la Riforma Fornero, fu adottato il sistema contributivo. Ciò comportò un aumento dell’età pensionabile e una riduzione degli assegni previdenziali per i pensionati italiani.
Il nuovo sistema misto
Attualmente, ci troviamo di fronte ad un nuovo sistema misto. Per i lavoratori che avevano accumulato almeno 18 anni di contributi entro il 31 dicembre 1995, si applica il metodo retributivo per gli anni fino al 31 dicembre 2011 e il contributivo per gli anni successivi. Mentre, per i lavoratori con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, si applica il retributivo fino al 1995 e il contributivo per gli anni successivi.
Come calcolare la pensione
Il calcolo dell’importo della pensione dipende da molti fattori che sono strettamente legati al lavoratore, tra cui:
- Il numero totale di anni di contributi.
- Gli anni di contribuzione antecedenti il 1996.
- Gli anni di contributi successivi al 1996.
- L’età di uscita dal lavoro, a causa dei coefficienti di trasformazione.
- Le retribuzioni percepite durante la carriera.
Considerando la necessità di avere una base di almeno 38 anni di montante contributivo, sarebbe impossibile andare in pensione con il solo sistema contributivo, dato che sono passati solo 25 anni dal 1996. Pertanto, chi va in pensione o è in procinto di farlo, potrà farlo solo con il calcolo del sistema misto.
Attualmente, il sistema di calcolo della pensione prevede:
- Il sistema retributivo per i contributi antecedenti al 1996.
- Il sistema contributivo per gli anni successivi al 1996.
In deroga a questo meccanismo c’è un vantaggio per chi ha una carriera pari o più lunga di 18 anni di versamenti prima del 1996 (per chi ha iniziato a maturare contributi nel 1978). In questo caso, il diritto al calcolo retributivo vale per tutti gli anni di carriera fino al 31 dicembre 2011, mentre per i successivi anni si passa al calcolo contributivo.
Calcolo retributivo e calcolo contributivo
Per calcolare la pensione nel sistema misto, è necessario effettuare il calcolo sia per la parte retributiva che per quella contributiva, separatamente. Ecco come procedere:
- Calcolo per il sistema retributivo: si calcola la media delle retribuzioni percepite durante la carriera lavorativa e si applica un tasso di circa il 2% per ogni anno di carriera.
- Calcolo per il sistema contributivo: ogni anno viene accantonata una quota destinata ai contributi. Nel caso dei lavoratori dipendenti, si tratta del 33% della Retribuzione Annua Lorda (RAL).
Il montante
Il montante dei contributi viene poi passato attraverso i cosiddetti coefficienti di trasformazione, che permettono di trasformarlo in un assegno pensionistico. Tuttavia, questi coefficienti variano in base all’età di uscita dal lavoro: più si è giovani, meno favorevoli all’assegno previdenziale sono questi coefficienti.
Una volta effettuati i calcoli per le due parti del sistema misto, bisogna sommare i due risultati per ottenere l’importo complessivo dell’assegno pensionistico. È importante notare che l’età di uscita dal lavoro influisce sulla determinazione del montante contributivo, poiché i contributi accantonati nel corso della vita lavorativa saranno differenti in base all’età di pensionamento.
Sotto, una tabella che riporta i coefficienti di trasformazioni aggiornati.
Età di pensionamento | Coefficienti |
57 | 4,186% |
58 | 4,289% |
59 | 4,399% |
60 | 4,515% |
61 | 4,639% |
62 | 4,770% |
63 | 4,910% |
64 | 5,060% |
65 | 5,220% |
66 | 5,391% |
67 | 5,575% |
68 | 5,772% |
69 | 5,985% |
70 | 6,215% |
71 | 6,466% |
Il calcolatore Inps
L’Inps mette a disposizione un simulatore per calcolare la propria pensione e l’età pensionabile, rendendo più semplice e accessibile il calcolo dell’assegno previdenziale. Per accedere al servizio gratuito, basta visitare il sito ufficiale dell’Inps e accedere alla pagina dedicata a “La mia pensione futura: simulazione della propria pensione“.
Il simulatore si basa sulla normativa in vigore e su tre elementi fondamentali: età, storia lavorativa e retribuzione/reddito. In questo modo, è possibile ottenere una stima coerente dell’importo dell’assegno pensionistico che si potrebbe ricevere al momento del pensionamento.
La possibilità di simulare la propria pensione con facilità rappresenta un importante strumento per pianificare il proprio futuro economico in modo consapevole.
A chi è rivolto
L’Inps offre il servizio di simulazione della pensione per vari tipi di lavoratori, tra cui:
- Lavoratori con contribuzione versata al Fondo pensioni lavoratori dipendenti.
- Lavoratori con contribuzione versata alla Gestione Separata.
- Iscritti alla Gestione Dirigenti di aziende industriali.
- Lavoratori con contribuzione versata agli altri fondi e gestioni amministrate dall’INPS.
La piattaforma offre diverse funzionalità, tra cui la possibilità di controllare i contributi versati in INPS e segnalare eventuali periodi mancanti, conoscere la data di maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia o anticipata, calcolare l’importo stimato della pensione “a moneta costante“, ottenere una stima del tasso di sostituzione, ipotizzare la sospensione del lavoro, modificare la previsione del PIL futuro e l’andamento retributivo/reddituale annuale e scegliere il fondo su cui basare la simulazione.
Si tratta di un servizio completo e facile da utilizzare, che permette di ottenere una stima precisa dell’importo dell’assegno pensionistico e di pianificare il proprio futuro previdenziale con maggiore consapevolezza.
Diverse ipotesi
Il simulatore permette di calcolare l’importo della pensione sulla base di diverse ipotesi, in modo da avere una panoramica completa della propria situazione previdenziale. È possibile infatti modificare il tasso di crescita del proprio reddito e del PIL futuro, scegliere la data di cessazione dell’attività lavorativa, e confrontare le stime di assegno pensionistico per diversi fondi previdenziali.
In questo modo, è possibile ottenere una stima più precisa e personalizzata dell’importo dell’assegno pensionistico, tenendo conto delle specifiche caratteristiche del proprio profilo lavorativo e previdenziale. Il servizio di simulazione della pensione rappresenta quindi uno strumento utile per pianificare il proprio futuro economico e previdenziale in modo sereno e consapevole.
Accessi anticipati
Per coloro che desiderano accedere anticipatamente alla pensione, esiste la possibilità del prepensionamento, che richiede poi un apposito calcolo per determinare l’importo della pensione anticipata. Tra le opzioni disponibili, vi è Quota 100, uno scivolo pensionistico introdotto con la legge di Bilancio 2019 che consente ai lavoratori di andare in pensione con requisiti specifici.
Per accedere a Quota 100, è necessario aver maturato almeno 62 anni di età e aver accumulato un minimo di 38 anni di contributi. Tuttavia, dal 2022 il sistema Quota 100 non sarà più disponibile, poiché il nuovo governo Draghi non è riuscito a trovare le coperture finanziarie necessarie a rinnovarlo. Al suo posto è stato introdotto il sistema Quota 102.
Con la nuova riforma delle pensioni e l’introduzione di Quota 102, i lavoratori autonomi, dipendenti e parasubordinati possono accedere alla pensione rispettando determinati requisiti. È necessario aver maturato almeno 64 anni di età e accumulato un minimo di 38 anni di contributi.
La riforma punta a ridurre l’esodo pensionistico grazie all’innalzamento dell’età anagrafica richiesta per l’accesso alla pensione. Secondo i calcoli della Cgil, l’introduzione di Quota 102 dovrebbe portare a circa 10.000 uscite nel 2022, rispetto alle oltre 100.000 annue registrate con l’introduzione di Quota 100.
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